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Sono stata ieri a vedere ...

by Silveli Küchler


Sono stata ieri a vedere il lavoro più recente di Regina Hübner, nella sua mostra ora in corso a Roma, a Piazza Marconi 14D.
Non è facile definire l'oggetto delle composizioni artistiche di Regina, che si avvalgono di molteplici canali espressivi: l'immagine, attraverso ingrandimenti fotografici di singoli fotogrammi di un video, ed il video stesso, che a sua volta racconta una trama emotiva che si svolge nel tempo ed attorno allo sviluppo di precedenti allestimenti creativi, scritture, parole, suoni, dissolvenze, montati secondo un criterio temporale ed emozionale, attorno al tema delle relazioni, "Relationships", come il titolo della mostra stessa.
Dai singoli fotogrammi, immagini stampate come manifesti appesi alle pareti della sala d'accesso alla mostra, di cui Regina mi raccontava la genesi ed i rimandi, sono stata all'improvviso distolta, catturata dal suono di un pianoforte, colonna sonora di un frammento del video, proiettato nella sala accanto: lì, la sua opera si disvela nella sua interezza tridimensionale, dopo quel primo approccio iconografico a due dimensioni. SI è avvolti dallo scorrere di immagini oniriche, del suono sommesso di una voce che narra, dai movimenti espressivi che descrivono un'emozione: la danza spontanea di una bimba al suono etereo di una melodia, la risacca di un mare capovolto, le mani che sfiorano e manipolano una sfera lucente, in un gioco sensuale come una danza, un cerchio tracciato dal movimento sinuoso di un'altra fanciulla (sono sempre le figlie di Regina, colte in modo soffuso, nell'incanto dell'infanzia e dello sfiorare dell'adolescenza), la scrittura di una lettera su una lastra di vetro che ci appare pertanto in una dimensione speculare, come gli scritti criptati di Leonardo da Vinci, e che poi altrettanto specularmente scompare, come se la pellicola del film scorresse a ritroso... Un procedimento utilizzato anche nella sequenza di un rivolo di bianco latte, che stilla, goccia a goccia, attraverso un panno rosso, forma una pozza bianca e quindi si riassorbe, in un percorso inverso: la pozza che freme, germina una piccola quantità di latte, che la parete rossa riassorbe, risucchiandola, fino a farla scomparire: una sequenza ipnotica, che però irrompe nella nostra razionalità come un potente pensiero laterale, che evoca la percezione netta della circolarità del tempo, della pulsazione vitale che crea vita in un gioca di espansione e contrazione, come il latte che stilla e che nutre, e che poi si riassorbe, quando ormai i figli diventano adulti, e i genitori diventano figli... Ed infatti questa è la trama delle "relazioni", la continuità generazionale, lo scoprirsi madri e figlie contemporaneamente, e cogliere, in questa circolarità, il senso potente della vita che si invera e si protende... Bellissime e piene di suggestione anche le immagini delle mani e del volto concentrato di Regina, mentre intesse dei fili d'argento che piovono dall'altro, per ricamare una scritta greca, tratta da uno storico classico che narra la battaglia di Annibale sul Lago Trasimeno: lo storico introduce il racconto dello scontro bellico, evocando la nebbia che quel giorno avvolgeva il lago e la campagna circostante... la stessa nebbia che ancora oggi avvolge quei paesaggi. Ancora una volta l'evocazione della circolarità del tempo, quello lineare della storia lungo la quale si dipana l'avventura umana e quella circolare delle stagioni, che si rincorrono ed alternano, rinnovando ogni volta i loro miracoli. Ci sarebbe ancora tanto da raccontare delle suggestioni ed intuizioni, che il lavoro così particolare di Regina trasmette (e che le hanno valso importanti riconoscimenti e menzioni nell'ambito di rassegne e premi nazionali), perchè la materia assemblata da Regina Huebner è densa e vasta, ma soprattutto ci trasporta in una dimensione dove il tempo improvvisamente si dilata, scarta, apre a nuove illuminazioni, crea uno iato fra tempo reale che incalza e quello interiore, che richiede invece soste e riflessione, sintonizzandoci nuovamente su quella lunghezza d'onda naturale del respiro o della risacca del mare, che quieta e placa e riposa....